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Focus su Licenziamento individuale |
Il rinnovato perimetro del licenziamento per ragioni oggettive dopo il Decreto Agosto
DECRETO-LEGGE 14 agosto 2020, n. 104
L'emergenza Covid-19 incide profondamente sulla disciplina del licenziamento per ragione oggettive (individuale e collettivo) e agisce toccandone aspetti per decenni rimasti immuni dalla mano del Legislatore.
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Il licenziamento per inidoneità lavorativa sopravvenuta ed il principio di non discriminazione del lavoratore disabile
Licenziamento individualeIn tema di licenziamento per inidoneità sopravvenuta del lavoratore l'elevazione del grado di protezione di un diritto fondamentale, indotta dalla costruzione di un sistema di tutela multi livello fondato sull'applicazione del principio di non discriminazione, si sta facendo strada nel nostro ordinamento tra difficoltà di adeguamento e forme, più o meno palesi, di resistenza al cambiamento...
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I 50 anni dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori: una marcia lunga e sofferta
Licenziamento individualeL'art. 18 della legge 20 maggio 1970, n. 300 (c.d. Statuto dei lavoratori) ha sempre rappresentato una norma di grande importanza sia per gli operatori del diritto sia per i lavoratori, a tal punto da identificare praticamente lo Statuto dei lavoratori...
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Speciale: Licenziamento individuale - Parte IV - Orale; dello pseudo-datore di lavoro; in "frode alla legge" e cessione d'azienda invalida
Licenziamento individualeIn tema di licenziamento orale vi sono, allo stato, a quanto consta, due pronunzie (analizzate nel prosieguo) nelle quali si trova affermato che ove il lavoratore non provi l'atto espulsivo (benché non siano neppure dimostrate le sue dimissioni) la domanda di ripristino del rapporto andrà rigettata...
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Speciale: Licenziamento individuale - Parte III - Omessa contestazione disciplinare. Integrazione della motivazione. Contestazione o licenziamento tardivi
Licenziamento individualeLa tematica dei vizi formali o procedimentali - cui si riferisce l'art. 18, comma 6, st. lav. (ove è previsto, tra l'altro, che nell'ipotesi in cui il licenziamento sia dichiarato inefficace per violazione del requisito di motivazione di cui all'articolo 2, comma 2, della l. n. 604 del 1966, nonché della procedura di cui all'art. 7 st. lav....
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Il licenziamento ingiustificato nel regime delle tutele crescenti dopo la Corte cost. n. 194 del 2018
Tribunale Cosenza, sez. lav.,
Tribunale Cosenza, sez. lav.,
Tribunale Sassari, sez. lav.,
Tribunale Alessandria, sez. lav.,
Tribunale Roma, sez. lav.
La Corte costituzionale con la sentenza n. 194 del 2018 ha inciso profondamente sul regime delle c.d. “tutele crescenti”, dichiarando l'illegittimità costituzionale dell'art. 3, comma 1, d.lgs. n. 23 del 2015, nella parte in cui individua in via esclusiva il criterio dell'anzianità di servizio – e con la rigidità del metodo aritmetico adottato – per la determinazione dell'indennità per il licenziamento ingiustificato.
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Difetto di prova del licenziamento orale: quali conseguenze?
Licenziamento individualeIl lavoratore che impugni il licenziamento allegandone l'intimazione senza l'osservanza della forma scritta ha l'onere di provare che la risoluzione del rapporto è ascrivibile alla volontà datoriale, seppure manifestata con comportamenti concludenti, non essendo sufficiente la prova della mera cessazione della prestazione lavorativa...
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La decorrenza dei “nuovi” parametri indennitari (di cui al d.lgs. n. 23 del 2015): riflessioni sull'efficacia temporale dello ius superveniens
Licenziamento individualeIl problema dell'individuazione dell'ambito temporale di applicazione dell'art. 3, comma 1, d.l. n. 87 del 2018 (c.d. decreto dignità), convertito con modificazioni dalla l. n. 96 del 2018 e relativo alla soglia indennitaria prevista per le ipotesi dei licenziamenti illegittimi, non può essere risolto in base al semplice richiamo all'art. 11, disp. prel. c.c...
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Campo di applicazione del contratto a tutele crescenti: il Tribunale di Roma apre a nuovi scenari
Tribunale Roma, sez. III lavoro
Il 7 marzo 2015 rappresenta una data di fondamentale importanza nel diritto del lavoro italiano. Tale data costituisce, infatti, nella determinazione delle tutele spettanti al lavoratore in caso di licenziamento illegittimo, lo spartiacque che segna il passaggio dall'applicazione dell'art. 18 dello Statuto dei lavoratori (l. 20 maggio 1970, n. 300) all'applicazione del c.d. contratto a tutele crescenti, ovvero, alle disposizioni di cui al d.lgs. n. 23 del 2015. E' infatti noto che ai rapporti di lavoro sorti dopo il 7 marzo 2015 si applica il contratto a tutele crescenti. Il problema sorge con riferimento a quei rapporti di lavoro che sono sorti prima del 7 marzo 2015, sotto forma di contratto di lavoro a tempo determinato, e che sono stati “convertiti” in contratti a tempo indeterminato dopo tale data. Il d.lgs. n. 23 del 2015 prevede una esplicita norma che disciplina tale fattispecie ma la formulazione utilizzata dal legislatore ha dato adito a problemi interpretativi ancora oggi irrisolti. A gettare ulteriori ombre sulla nozione di “conversione” del contratto a tempo determinato è intervenuta, di recente, l'ordinanza 6 agosto 2018, n. 75870 del Tribunale di Roma che fornisce una interpretazione restrittiva di tale nozione tale da ricomprendervi solo i casi di conversione giudiziale del contratto.
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I limiti al diritto di recesso del datore di lavoro in caso di inidoneità sopravvenuta alla mansione
Licenziamento individualeIl potere di recesso del datore di lavoro in caso di sopravvenuta inidoneità della mansione del lavoratore incontra numerosi limiti elaborati a seguito di un lungo processo interpretativo. L'organizzazione aziendale, inizialmente considerata intangibile, è stata oggetto di una rivisitazione ad opera della Suprema Corte, dando attuazione a quanto previsto dalla normativa comunitaria e dagli arresti delle Corte di Giustizia, ispirati al rispetto del principio di uguaglianza sostanziale e di parità di trattamento...
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