11 Luglio 2014 | di Pasquale Staropoli
Impugnazione del licenziamento
Il differimento “in sede di prima applicazione” del termine iniziale per la decadenza della impugnativa del licenziamento individuale, opera in tutti i casi in cui si applica la disciplina regolata dall’art. 6 l.n. 604/66, indifferentemente dalla fattispecie concreta che la riguarda.
Sia che si tratti della contestazione della legittimità del licenziamento o di una delle ipotesi introdotte dall’art. 32 l.n. 183/2010, l’azione è tempestiva se promossa considerando come momento iniziale il 31 dicembre 2011. A dirlo è la Corte di cassazione, con la sentenza del 7 luglio 2014, n. 15434.
30 Giugno 2014 | di Elisa Mapelli
Lavoro dipendente e subordinazione
L’art. 45 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea (“TFUE”) deve essere interpretato nel senso che una donna, che smetta di lavorare o di cercare un impiego a causa delle limitazioni fisiche collegate alle ultime fasi della gravidanza ed al periodo successivo al parto, conserva la qualità di “lavoratore” ai sensi di tale articolo, purché essa riprenda il suo lavoro o trovi un altro impiego entro un ragionevole periodo di tempo dopo la nascita di suo figlio.
13 Giugno 2014 | di Paolo Bonini
Orario di lavoro
Il Tribunale di Brescia, nel corso di un giudizio di opposizione a un'ordinanza-ingiunzione emessa dalla DTL, ha sollevato questione di legittimità costituzionale dell'art. 18-bis, c. 3 e 4, del d.lgs n. 66/2003, disciplinante l'orario di lavoro. La sentenza n. 153 del 4 giugno 2014 accoglie il ricorso, ai sensi dell'art. 76 Cost., per violazione della Legge delega (Legge 1 marzo 2002, n. 39). L'articolo illustra e commenta la sentenza, soffermandosi, da ultimo, sulle conseguenze di carattere pratico per gli operatori interessati.
06 Giugno 2014 | di Martina Tonetti
Sicurezza sul lavoro
Ai fini della configurabilità della responsabilità del datore di lavoro per l’infortunio subito dal lavoratore dipendente, grava su quest’ultimo l’onere di provare la sussistenza dell’infortunio, nonché il nesso causale tra questo e la nocività dell’ambiente di lavoro; spetta, invece, al datore di lavoro dimostrare di aver rispettato le specifiche norme sulla sicurezza, nonché di aver adottato tutte le misure necessarie alla tutela della salute del lavoratore, tenuto conto della peculiarità dell’attività lavorativa e dello stato della tecnica.