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Giurisprudenza commentata |
Licenziamento per giustificato motivo oggettivo: per la reintegrazione non è necessario che l'insussistenza del fatto sia “manifesta”
Corte cost.
La Corte costituzionale torna sulla questione della legittimità dell'art. 18, comma 7, secondo periodo, della l. n. 300/1970 nella parte in cui richiede, ai fini dell'applicabilità della tutela reintegratoria, che l'insussistenza del fatto posto a base del licenziamento cd. economico e cioè adottato per giustificato motivo oggettivo, sia “manifesta”.
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Obbligo vaccinale anti-Covid per il personale scolastico
Tribunale Milano
La pronuncia in commento affronta la questione dell’obbligo vaccinale per il personale scolastico e principalmente l'accertamento dell'illegittimità della sospensione, da cui conseguirebbero la corresponsione delle retribuzioni maturate e la richiesta di risarcimento del danno.
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Il reato di "caporalato" e lo standard probatorio dell'approfittamento dello stato di bisogno della vittima
Cass. pen., Sez. IV,
La sentenza in commento si pone nell'alveo di quell'orientamento che richiede uno standard probatorio molto elevato al fine dell'integrazione dell'approfittamento dello stato di bisogno del reato di cui all'art. 603-bis c.p.
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Forma scritta e comunicazione del licenziamento: basta una determina dirigenziale?
Cass., sez. lav.
La volontà di licenziare può essere comunicata al lavoratore anche in forma indiretta, purché chiara, quindi anche per mezzo di una Determina Dirigenziale, la quale riveste forma scritta.
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Obblighi informativi previsti dal contratto collettivo, procedura “anti-delocalizzazioni” e condotta antisindacale
Tribunale di Trieste,
Le conclusioni cui giunge il Tribunale di Trieste con riferimento al rapporto tra violazione dei diritti di informazione e consultazione sindacale e validità della procedura “anti-delocalizzazioni” ex L. 234/2021 hanno l'indubbio pregio di valorizzare pienamente l'effettività dello strumento di repressione della condotta antisindacale di cui all'art. 28 della L. 300/1970 nonché dei diritti di informazione e consultazione sindacale, anche nell'ottica di una piena implementazione del principio di democrazia industriale espresso dall'art. 46 della Cost.
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Permesso di soggiorno di lungo periodo per stranieri che vogliono fruire del reddito di cittadinanza
Corte cost.,
A mezzo della sentenza in commento, la Corte costituzionale ha dichiarato manifestamente inammissibili e non fondate le questioni di legittimità costituzionale della norma che sancisce che, fra i diversi requisiti necessari per l'ottenimento del reddito di cittadinanza da parte degli stranieri, debba essere contemplato anche il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo.
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Reddito di cittadinanza: reato per omessa comunicazione del percettore anche in caso di lavoro irregolare e di compenso saltuario
Cass. pen.,
Il caso in commento consente di affrontare tre questioni particolarmente rilevanti: il regime sanzionatorio del reddito di cittadinanza, il rapporto tra reddito di cittadinanza e lo svolgimento di prestazioni di lavoro irregolari, la rilevanza della gratuità dell'attività lavorativa svolta.
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Nessuna lesione alla reputazione se l'offesa al datore è giustificabile alla luce della condotta criticata dal sindacalista
Cass. pen., Sez. V,
Con la sentenza in commento la Corte di Cassazione torna sul tema del bilanciamento tra il diritto di critica sindacale (artt. 21 e 39 Cost.) e quello – facente capo al datore - alla reputazione personale (art. 2 Cost.).
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Risarcibile in re ipsa il danno da usura psico-fisica al lavoratore stacanovista
Tribunale Milano, sez. lav.,
Il Tribunale di Milano si pronuncia sul caso di danno da usura psico-fisica di un lavoratore stacanovista, affermando che la responsabilità datoriale per il predetto danno da usura psico-fisica da mancato riposo settimanale sussiste a prescindere dalla previsione di una maggiorazione retributiva per l'attività prestata nel giorno festivo ed è comunque indipendente dal consenso prestato dal lavoratore, trattandosi di diritto indisponibile.
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Prescrizione dei crediti retributivi: l'instabilità del rapporto trova ulteriore conferma a Milano
Tribunale di Milano, sez. lav.,
La retribuzione percepita dal lavoratore durante il periodo feriale annuale deve essere pari a quella ordinariamente riconosciuta con riferimento alle mansioni svolte ed alla professionalità posseduta.
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